Il nostro team

La missione di TIM è quella di supportare le Aziende nelle fasi di sviluppo e/o di ristrutturazione, affiancandole nella gestione del cambiamento

Scopri l’Interim Management, uno strumento prezioso che rimane ancora poco conosciuto in Italia

L’attuale scenario economico si presenta sempre più incerto e sfidante per le imprese e fortemente condizionato da fattori esogeni, non controllabili da parte di imprese e imprenditori e spesso anche difficilmente prevedibili nel loro sviluppo. Le imprese sono così obbligate ad essere sempre più reattive ai cambiamenti e pronte a riorientare obiettivi e strategie in tempi rapidi e con il minor impatto economico possibile.
Ma le organizzazioni aziendali devono essere nella condizione di poter affrontare i cambiamenti in modo rapido, senza dover rinunciare alle performance e al raggiungimento degli obiettivi. Per questo molte organizzazioni, tradizionalmente solide e ben strutturate, si trovano nella difficoltà di formulare strategie e piani efficaci, in presenza di un profilo non adeguato del management o in assenza di skills ed esperienza necessarie per gestire con successo il cambiamento.
Ricorrere all’Interim Management può essere la risposta migliore all’esigenza di cambiamento e al gap di competenze interne. Gli Interim Manager sono in grado di offrire soluzioni flessibili in ambito manageriale, si propongono come professionisti di alta levatura per un periodo di tempo limitato, con un contratto di consulenza a tempo determinato. Reclutare manager temporanei offre alle società benefici tangibili, quali la loro disponibilità tempestiva, alte qualifiche ed esperienze consolidata. Profili che sono anche in grado di offrire un supporto di formazione e sviluppo alle risorse manageriali già presenti in azienda, in una fase critica come quella dei processi di cambiamento.

 

Interim Management: alcuni dati

La ricerca annuale di INIMA, il network internazionale delle associazioni di Interim Manager, offre lo spunto per un confronto tra l’Italia e gli altri paesi europei.
A gennaio 2023 ben l’86% degli Interim Manager italiani stava svolgendo un incarico, il dato più alto in Europa, dove si registra un dato del 73% medio. È un dato che potremmo considerare strutturale; infatti, la ricerca mostra che ben il 62% degli Interim Manager italiani intervistati risulta occupato con un contratto part-time, dato nettamente superiore alla media europea (26%) e a paesi come la Germania (19%) e la Francia (8%). Da sottolineare anche la crescita esponenziale di questo dato che è passato in un anno dal 40 al 62%, grazie all’esplosione dell’utilizzo di interim manager fractional. Sono dati che in buona parte si possono giustificare esaminando la struttura dell’impresa italiana, composta da migliaia di PMI di dimensioni ben più contenute rispetto agli altri grandi paesi europei. Infatti il 58% degli Interim Manager del nostro paese sono impiegati in aziende con meno di 100 dipendenti, contro il 28% della media europea, l’11% della Germania e il 18% della Francia. È una fotografia dell’impiego degli Interim Manager in Italia posizionati in PMI di dimensioni medio / piccole con un incarico part time o fractional.
Il profilo anagrafico dell’Interim Manager in Italia non si discosta molto da quello europeo: è un manager di 57 anni (in linea con l’Europa), ancora poche le donne, solo l’8% del totale ma sono poche anche in Europa, l’11%.
Un dato per certi versi sorprendente e innovativo è la contrazione dei ruoli di general management e C-Level che, pur rimanendo di gran lunga i più frequenti per gli Interim Manager, sono scesi al 59% in Europa con un calo italiano ancora più deciso che ha portato i C-Level dal 75% del 2020 al 55% del 2022. Un calo davvero brusco che in parte è stato compensato dalla crescita degli incarichi di Project Management, saliti dal 13 al 20%, e che testimonia un livello di incarichi tendenzialmente meno apicale nel nostro paese.

Gli Interim Manager, in Italia e in Europa, sono chiamati soprattutto per la Gestione del cambiamento, seguito dall’ottimizzazione dei processi e dai ruoli di general management. Il job profile più frequente rimane quello di C-Level, soprattutto CFO e COO, seguito dai CEO e General Manager.
Il canale prevalente di ricerca e reclutamento degli Interim Manager europei rimane il network personale dell’imprenditore e / o dei suoi advisor ma c’è da registrare l’ottima progressione delle società di Interim Management con il 32% degli incarichi, in crescita esponenziale rispetto al 20% del 2021.
Per concludere uno sguardo al futuro: l’utilizzo di Interim Manager in Europa è da molti trimestri in crescita; citiamo i recenti report di KPMG e REC pubblicati in UK che mostrano una tendenza consolidata verso il reclutamento di interim a livello manageriale, a scapito delle assunzioni a tempo indeterminato. Il mercato del lavoro manageriale spinge molte aziende ad aumentare l’utilizzo del talento temporaneo o a cominciare a considerare seriamente questa alternativa. Può essere molto più conveniente ed efficace in un mercato incerto affidarsi a risorse flessibili e molto esperte.

Anche nel nostro paese cresce l’utilizzo di Interim Management, ma la conoscenza di questo strumento è meno diffusa e consolidata, rispetto ad altri paesi europei. TIM Management, che dal 1987 fornisce risorse manageriali esperte per incarichi temporanei, ha aggiornato la sua ‘Guida all’Interim Management’, uno strumento prezioso per conoscere l’Interim Management, quali sono i vantaggi del suo utilizzo per imprenditori e aziende e quando è opportuno considerare questa soluzione per le organizzazioni aziendali.

Scarica la Guida all’Interim Management

 

Domenico Costa è il Presidente e uno dei fondatori di TIM Management, dove si è occupato di numerosi interventi di ristrutturazione aziendale. Durante la sua carriera ha operato come Advisor di fondi e come Amministratore Delegato di importanti realtà industriali. Ha gestito acquisizioni di Aziende in diversi settori industriali.

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Imprese familiari: quali sfide tra innovazione e tradizione

Le aziende a conduzione familiare si trovano oggi di fronte a nuove ed importanti sfide, all’insegna della ricerca di innovazione e di continuità con la tradizione.

Le imprese familiari rappresentano una realtà particolarmente rilevante nel tessuto economico nazionale ed europeo. Parliamo di aziende con dimensioni estremamente differenti, da piccole attività a grandi realtà con migliaia di dipendenti, e con caratteristiche specifiche, ma tutte accomunate dal profondo legame che unisce l’azienda alla relativa famiglia fondatrice.

Nel contesto odierno, fatto di incertezza e cambiamento, queste imprese si trovano ad affrontare importanti sfide in ambiti diversi. Le aziende familiari sono infatti chiamate a dimostrare di essere in grado di innovare pur rimanendo legate ai valori della propria tradizione e al proprio modello di business.

Ripercorrendo un’analisi di KPMG, possiamo individuare quattro principali sfide per le aziende a trazione familiare:

  1. Creare valore condiviso tra azienda e famiglia
  2. Adottare nuovi modelli di governance per la convivenza tra le diverse generazioni
  3. Valorizzare persone e rapporti umani
  4. Favorire il passaggio generazionale

Creare valore condiviso tra azienda e famiglia

In un’impresa familiare è spesso particolarmente sentito il legame tra la famiglia e la propria azienda. Diventa così fondamentale definire e consolidare quel sistema di valori che caratterizza la singola impresa familiare e che rappresenta un caposaldo per competere efficacemente in un mercato in continua trasformazione.
La condivisione di esperienze e valori con le nuove generazioni assume dunque un ruolo chiave per sviluppare un business duraturo e sostenibile nel tempo. 

Adottare nuovi modelli di governance per la convivenza tra le diverse generazioni

Creare, sviluppare e adottare nuovi ed efficaci meccanismi di governance può contribuire a migliorare le performance dell’impresa e a soddisfare tutte le aspettative dei membri della famiglia. 

Se infatti dare vita ad un’impresa a conduzione familiare può risultare relativamente semplice, creare un business che nel lungo periodo riesca a garantire solidità e sostenibilità e che possa essere trasmesso alle nuove generazioni, appare molto più complesso. 

Oggi sono numerose le aziende che si stanno impegnando nel portare avanti nuovi modelli di governance che semplificano proprio la convivenza tra vecchie e nuove generazioni, definendo ruoli e responsabilità e implementando un codice di condotta per tutti i membri della famiglia. Fondamentale è la condivisione generale degli obiettivi aziendali, ma anche di tutte le criticità e trasformazioni interne ed esterne all’azienda. 

Valorizzare persone e rapporti umani

Nelle imprese di famiglia le persone rappresentano il centro e il nodo principale del modello di business. 

Con l’espansione delle attività e la crescita del fatturato, le aziende sono spinte alla ricerca di nuove competenze al di fuori del cerchio familiare. Diventa così centrale la capacità di comunicare in modo efficace i propri valori e la propria cultura, predisponendo pacchetti interessanti in termini di incentivi, benefit e di retribuzione per risultare maggiormente competitivi sul mercato delle risorse umane. 

Infine è necessario non trascurare la gestione del rapporto tra figure interne ed esterne alla famiglia, accompagnata da una definizione chiara di ruoli e responsabilità.

Favorire il passaggio generazionale

Il passaggio tra una generazione e quella successiva rappresenta un momento chiave nello sviluppo di un’impresa di famiglia.

Nelle operazioni di transition management possono infatti verificarsi attriti e incomprensioni che possono rendere più difficile il passaggio di consegne e compromettere le prospettive aziendali. 

Una transizione generazionale gestita con gradualità e i giusti tempi è funzionale per la nuova generazione poiché permette di collaborare con la generazione precedente e assorbire gradualmente l’esperienza e i valori del passato.

Il ruolo della pianificazione è dunque fondamentale per garantire la continuità del business e per introdurre il cambiamento con i tempi necessari.

Il nostro punto di vista

Nell’impresa familiare la famiglia, la proprietà e il management sono intimamente connessi” –  afferma Domenico Costa, presidente di TIM Management.

In merito agli strumenti e alle azioni che possono risultare fondamentali nel in questa fase di grande cambiamento e rilancio, ha poi precisato:  “Ci sono  alcuni strumenti che aiutano l’azienda ad aprirsi con decisione all’esterno, in particolare  la decisione di dotare l’organizzazione di una squadra di management in grado di gestire con successo la transizione, grazie a  manager esperti, inseriti a tempo indeterminato o, preferibilmente,  come interim manager, per seguire i progetti necessari a  gestire il cambiamento e , per formare i successori, dotandoli delle competenze necessarie ad assumere il ruolo di leadership per il futuro”.

Ha poi concluso affermando che: “in questa fase saranno da prendere in considerazione le società di corporate advisory specializzate in M&A, che possono fornire  assistenza specializzata nella valutazione dell’azienda e nella ricerca di eventuali acquirenti o società da acquisire. Deve essere infine previsto il rinforzo delle consulenze di  management, iniziando dagli studi legali che sono indispensabili per stilare  i patti di famiglia e  normare il percorso di  successione”.

In conclusione, l’imprenditore è oggi chiamato a svincolarsi da una logica di business di breve periodo che non è sufficiente a garantire la continuità aziendale e soddisfare le esigenze del futuro. L’imprenditore deve essere capace di guardare alla gestione aziendale con visione prospettica, scegliendo nuovi leader per la sua azienda, in famiglia e/o fuori, intraprendendo operazioni precedentemente non prioritarie come la riorganizzazione della struttura manageriale. 

Il tutto secondo un approccio che abbia come obiettivo quello di mitigare i rischi e le criticità, anche attraverso anche l’eventuale supporto di professionisti specializzati.

TIM Management è in grado di supportare l’imprenditore e i suoi advisor nelle fasi più delicate di cambiamento aziendale, con partner di alto profilo, che hanno maturato una profonda esperienza nella gestione dei passaggi generazionali e delle crisi connesse.

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