Il ruolo che la finanza può avere nel favorire una decisa transizione verso nuovi modelli di comportamento sostenibile delle imprese, ma anche nei processi decisionali nella pubblica amministrazione è infatti senza dubbio rilevante.
In questo articolo approfondiremo il tema di forte attualità ripercorrendo quanto emerso durante l’incontro “Le imprese di fronte agli obiettivi dell’Agenda 2030: le nuove sfide della regolazione europea e di Next generation Eu” in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile 2021, organizzato da l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
L’incontro si è sviluppato principalmente attorno al ruolo della finanza sostenibile, a livello europeo e nazionale. Si è infatti discusso prendendo in considerazione:
- l’evoluzione della normativa europea in tema di finanza sostenibile e il ruolo di quest’ultima all’interno del Recovery Plan, fondo europeo per la ripresa economica degli stati membri colpiti duramente dalla pandemia.
- Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza preparato dall’Italia per rilanciare l’economia dopo la crisi pandemica, al fine di sviluppare maggiormente una concreta trasformazione green e digitale del nostro paese.
L’action plan e l’accelerazione sulla finanza sostenibile
Con l’adozione dell’Action Plan sulla finanza sostenibile, l’Unione Europea ha fin da subito reso chiaro l’obiettivo di dare una svolta alla trasformazione del modello di sviluppo europeo, tramite una linea politica volta a favorire ampiamente la transizione ecologica.
Grazie all’evoluzione della “Strategia per finanziare la transizione ad un’economia sostenibile” e ad altri miglioramenti normativi tra cui le ultime definizioni del Regolamento sulla tassonomia delle attività sostenibili e gli atti delegati connessi, e del Regolamento UE sull’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, l’action plan ha accelerato notevolmente sul tema della finanza sostenibile.
Investimenti pubblici: interazione tra finanza pubblica e privata
L’adozione sul fronte nazionale dei Piani di rilancio e resilienza apre il confronto su temi come l’efficienza della Pubblica Amministrazione all’interno dei processi di investimento e sulla governance di tutti i livelli di governo che verranno coinvolti per la definizione dei programmi di investimento.
Durante l’incontro è stata posta particolare attenzione alla capacità del sistema economico italiano di moltiplicare gli effetti del PNRR anche sfruttando l’interazione tra finanza pubblica e privata, per quanto riguarda gli investimenti pubblici. Interessante sarà, in questo contesto allo stesso tempo entusiasmante e complesso, capire in che modo, e quanto, il panorama aziendale italiano, in cui le piccole e medie imprese hanno un ruolo centrale, sia in grado di trarre più vantaggi possibili da tutti gli incentivi, investimenti e riforme che verranno introdotte.
“Il ruolo che la finanza può avere nel favorire questa transizione nei modelli di comportamento, nelle funzioni obiettivo delle imprese e nel decision-making pubblico è assolutamente centrale” – ha affermato il presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile Pierluigi Stefanini.
“Il processo ha avuto un’ulteriore accelerazione con il Next Generation EU, strumento di reazione alla crisi economica provocata dal Covid-19, attraverso il quale un programma di riforme, investimenti pubblici ed incentivi alle imprese dovrà sostenere la difficile ripresa dell’economia in fase post-pandemica”.
TIM Management in prima linea
L’investimento sostenibile e responsabile è uno strumento in grado di influenzare il modello di sviluppo economico e renderlo più̀ in linea con i principi della sostenibilità.
In TIM Management osserviamo costantemente le novità e i cambiamenti del mercato italiano e internazionale, dedicando particolare attenzione alle esigenze e alle criticità diffuse tra gli imprenditori per supportarli con le risorse manageriali più adatte e competenti per un ruolo specifico, in particolare per quanto riguarda l’adozione di nuovi criteri di sostenibilità e responsabilità sociale e l’inserimento di nuove figure manageriali dedicate a gestire la transizione dell’organizzazione.