Il community design e la scelta del ‘purpose’: come cambia l’organizzazione aziendale
di Tim Management
Il community design si propone come modello alternativo alla tradizionale organizzazione aziendale alla quale siamo abituati, costruita su luoghi di lavoro fissi e gerarchie ben definite. Complice di questo cambiamento, che era comunque già in atto in alcune realtà più avanzate, è stata sicuramente la pandemia che ha accelerato questa evoluzione culturale all’interno delle imprese.
Lo sviluppo digitale ci offre molteplici strumenti per aiutare ad organizzare meglio il nostro lavoro e la nostra vita e ci ha abituati a rapportarci con gli altri in modo molto più orizzontale, eliminando le gerarchie e liberando la capacità e la creatività di ogni dipendente.
Le teorie di inizio secolo basate sul lavoro organizzato per processi meccanici, non sono più applicabili oggi. Innanzitutto, perché il mercato del lavoro è molto più complesso ed in continuo cambiamento, lo prova la ‘great resignation’ post pandemia che è arrivata anche in Italia.
In secondo luogo, perché le persone non sono più solo concentrate sul salario e la carriera ma desiderano anche sentirsi valorizzate e riconosciute per il lavoro che svolgono all’interno del team. Come sostiene l’analisi Gallup, i dipendenti molto coinvolti ottengono risultati impressionanti in termini di redditività, produttività e soddisfazione del cliente. Com’è possibile quindi trasformare i propri dipendenti in collaboratori coinvolti e soddisfatti?
Un modo efficace è sicuramente quello di approcciare il community design.
Le community si organizzano utilizzando le persone e le loro capacità e conoscenze ma, questa è la novità, facendo anche leva sulle loro relazioni con gli altri e sul loro ruolo all’interno della community.
Community design: dalla mission al purpose
Le community nascono intorno ad un valore principale che le accomuna, il purpose.
Il ‘purpose’ può essere rappresentato come lo scopo che unisce l’azienda e i suoi dipendenti, una passione, un fine che ne definisce l’identità e forma il senso di appartenenza.
Un esempio recente che aiuta a chiarire il concetto di purpose è quello di Patagonia, azienda di abbigliamento sportivo e outdoor, che recentemente ha annunciato che “Il nostro unico azionista è il pianeta”; è così che la famiglia Chouinard, proprietaria di Patagonia, ha annunciato un cambio di proprietà diverso da quelli a cui siamo abituati; la proprietà è trasferita a due nuove entità: il Patagonia Purpose Trust e l’Holdfast Collective. Ogni dollaro non reinvestito nell’azienda sarà ora distribuito sotto forma di dividendi per proteggere il pianeta.
In un’organizzazione il community design e il purpose trasformano quello che un tempo era rappresentato dalla mission, spesso lontana ed incomprensibile per i dipendenti, in uno scopo reale e concreto per tutti gli stakeholders, qualcosa a loro vicino che accresce in maniera esponenziale la motivazione dei dipendenti nel lavoro di tutti i giorni.
Un altro buon esempio è quello di Spotify, il suo purpose è quello di sbloccare la creatività, offrendo a tutti gli artisti la possibilità di vivere della propria arte. Chi ci lavora crede in questo e per questo è motivato nel portare avanti la causa dell’azienda.
Il valore del purpose non potrà essere solo un messaggio di abbellimento e di promozione dell’azienda ma dovrà essere applicato nel concreto da ogni membro della comunità e sempre rappresentato nelle scelte aziendali.
Dall’organizzazione verticale a quella orizzontale
Ogni membro della community deve sentirsi parte del cambiamento e poter contribuire attivamente al purpose e al successo aziendale. Per fare in modo che ciò accada, è necessario lasciare massima libertà e dare piena fiducia, eliminando, per quanto possibile, le gerarchie per liberare la creatività e le capacità dei collaboratori.
Nelle community, che hanno strutturalmente un livello di gerarchia molto basso, si forma naturalmente una divisione tra chi governa e chi esegue, ed i leader emergono spontaneamente per le loro competenze e la loro capacità di guida e orientamento dei comportamenti.
La legittimazione, oltre che dal ruolo, è data dal livello di competenze applicate ai progetti e dal coinvolgimento all’interno della community, in particolare il livello di motivazione che i leader sanno trasmettere ai collaboratori.
I leader devono saper stimolare e promuovere la partecipazione, stabilendo le regole e le priorità delle attività, all’interno delle quali tutti potranno operare e contribuire con la massima libertà.
Dalla comunicazione alla co-progettazione
Invece della tradizionale comunicazione dall’alto verso il basso dove il management prende le decisioni ed i collaboratori eseguono, è importante che si stabilisca un sistema di co-progettazione delle decisioni e dei progetti e che la comunicazione sia sempre bidirezionale.
I membri della community, in questo modo, possono essere stimolati a suggerire nuove idee riguardo a prodotti, servizi, metodi organizzativi. È importante stabilire non solamente un canale di comunicazione ma una vera e propria conversazione fatta di confronto e dibattito.
Ciò non vuol dire che i leader non debbano assumersi la responsabilità delle decisioni ma che siano aperti ai suggerimenti e al contributo di tutti i membri dell’organizzazione e soprattutto ad accettare e riconoscere pubblicamente i contributi positivi nella comunità.
In questo modo si andrà a creare un sistema di ascolto dove non si impartiscono più ordini dall’alto e i collaboratori sono esecutori ma dove si ascoltano e accolgono le idee ed il contributo di ogni membro della comunità aziendale, in un clima di tranquillità e di trasparenza.
La ricompensa diventa anche ‘interiore’
Sappiamo tutti che il sistema di remunerazione è molto importante perché stimola e motiva i collaboratori.
Ma una ricompensa non deve essere per forza solo economica perché la motivazione dei collaboratori si ottiene anche dalle ricompense che si ottengono interiormente, e queste motivazioni sono spesso più forti di quelle puramente materiali.
A livello morale quello che ci motiva è la sensazione di fare bene, di sentirsi partecipi ed utili in un gruppo, di portare avanti una causa e di essere riconosciuti. Questi aspetti rendono più felice e sereno il lavoratore e di conseguenza contribuiscono ad aumentare la produttività dell’azienda.
Chi vuole innovare deve pensare ad accrescere soprattutto la motivazione interiore dei collaboratori, affiancando a una remunerazione economica soddisfacente una buona dose di riconoscimenti personali, un ambiente di lavoro aperto e stimolante e percorsi di formazione continui.
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