Dopo i fuochi d’artificio del 2019 con 35 ingressi al listino di Borsa Italiana, secondo miglior risultato dopo il record del 2000, e un rialzo di quasi il 29%, che ha portato la capitalizzazione a 651 miliardi di euro,il 37% del Pil, il 2020 ha dovuto subire una brusca frenata, con sole 15 IPO portate a termine alla fine di novembre.
La frenata è legata alla crisi del Covid-19 e tutto fa pensare che, una volta superata la crisi, la corsa al mercato delle aziende italiane possa riprendere con pieno vigore. E sono proprio le medie aziende, con fatturato tra i 50 e i 200 milioni di euro, che possono trarre i vantaggi maggiori da un’apertura al mercato.
Aprirsi al mercato dei capitali può rappresentare una tappa fondamentale percorso di crescita della media azienda: dopo aver raggiunto una buona solidità sul mercato di riferimento una IPO di successo permette di affrontare nuove sfide, concretizzando potenzialità di sviluppo non ancora espresse per mancanza di risorse.
L’IPO non è solo lo strumento per acquisire fonti di finanziamento, ma anche un momento di upgrade per l’impresa e per l’imprenditore che ha deciso di evolvere la sua azienda, facendola diventare una “Public Company”, aperta al mercato dei capitali e pronta a una crescita culturale e organizzativa.
I vantaggi della quotazione sono molteplici: la raccolta di risorse finanziarie permette di espandere rapidamente l’azienda e attivare nuovi progetti di ricerca e sviluppo, di rafforzare la posizione nel mercato di riferimento e accedere a nuovi mercati, in particolare quelli internazionali. Ma non solo, la quotazione attira nuovi clienti e business partner, rafforzando l’immagine, la credibilità e lo status dell’azienda, in Italia e all’estero.
In sintesi un salto qualitativo e quantitativo nella disponibilità di risorse per la crescita, ma anche una migliore visibilità e un accesso più ampio alle opportunità offerte dai mercati globali.
Senza peraltro dimenticare che l’accesso al mercato offre agli azionisti la possibilità di ottenere una valutazione oggettiva del valore dell’azienda sul mercato e la possibilità di realizzare una parte del valore creato negli anni; oltre a dare loro la possibilità di ampliare la compagine azionaria, agevolando il passaggio generazionale e la managerializzazione dell’azienda.
Grandi opportunità, grandi sfide
Tutto fantastico, però…la complessità di un progetto come quello di quotazione nonché la sua rilevanza sia in termini di immagine, sia in termini di conseguenze sul futuro dell’azienda, sia infine in termini di raggiungimento degli obiettivi finanziari sottostanti alla quotazione stessa, pongono l’imprenditore di fronte alla necessità di affidarsi a interlocutori esperti e competenti; interlocutori che, spesso non sono presenti all’interno dell’organizzazione aziendale o dei suoi partner di riferimento.
Prima di affrontare un progetto di quotazione è infatti fondamentale per l’imprenditore dotarsi delle competenze adeguate per supportare le principali attività necessarie per la preparazione e l’implementazione del progetto di IPO quali:
identificare la reale situazione aziendale;
“misurare” la distanza tra le aspettative del mercato e lo stato industriale, organizzativo, finanziario e di governance dell’azienda;
identificare il percorso di crescita e di valorizzazione post IPO;
identificare le strategie e le risorse necessarie per garantire la fattibilità di tale percorso;
ponderare i costi e le opportunità sottostanti a tale scelta;
identificare i principali partner del progetto.
Qualora le competenze necessarie per tali attività non siano presenti all’interno dell’organizzazione aziendale, la soluzione più sicura è affidarsi a un professionista esperto, un IPO Advisor che possa affiancare l’imprenditore e la struttura aziendale garantendo, oltre al corretto svolgimento delle attività propedeutiche alla quotazione, il rispetto delle aspettative e il governo dei vari soggetti coinvolti.
Un problema semmai è la non facile reperibilità di una figura che sappia dimostrabilmente coniugare esperienza nelle operazioni di IPO, conoscenza delle regole di quotazione ed una adeguata esperienza aziendale accompagnata da una certa seniority e da una riconosciuta indipendenza.
La presenza di un Advisor d’esperienza, con le caratteristiche sopra descritte, al fianco dell’imprenditore e dei suoi partner, ai quali non si sostituisce ma si integra con competenze specifiche, è opportuna anche per svolgere un ulteriore duplice, fondamentale ruolo:
- a) rappresentare all’interno del sistema aziendale un unico punto di accesso e riferimento per i soggetti esterni coinvolti nella quotazione, diventando così il responsabile primo della “delivery” di quanto necessario ad un efficace ed efficiente svolgimento del loro incarico;
- b) gestire le attività connesse con il raggiungimento dello status di società quotata, senza alterare gli equilibri organizzativi aziendali ma, al contrario, aiutando lo sviluppo e la crescita delle risorse interne.
Scendendo nel concreto, analizziamo quali sono le aree di intervento dell’Advisor, a supporto dell’imprenditore:
- In primo luogo, valutare e verificare con l’imprenditore l’effettiva validità / opportunità della possibile quotazione; potrebbe infatti emergere dal percorso di verifica che la quotazione non rappresenti la scelta migliore in un determinato momento e / o che il percorso per raggiungerla si riveli più lungo e costoso di quanto inizialmente immaginato. In tal caso, uno studio delle possibili concrete alternative costituisce un innegabile valore ( e un significativo risparmio di costi) per l’azienda e l’imprenditore;
- affiancarlo nella preliminare e riservata relazione con la struttura di Borsa Italiana, deputata alla verifica dei requisiti di quotabilità;
- aiutarlo nella scelta del mercato e del segmento più adatto alle caratteristiche ed alle aspettative dell’azienda nonché alle motivazioni della quotazione;
- supportare la scelta del Legal e del Financial Advisor, di un eventuale Industrial Advisor, di un Global Coordinator e Book Runners, dell’Investor Relator, della Società di revisione e degli altri soggetti potenzialmente coinvolti nell’operazione;
- aiutarlo nell’implementazione di quanto necessario in termini di governance, di controllo di gestione, di comunicazione, gestendo in modo ponderato ogni altra richiesta avanzata dalle autorità di governo del mercato.
Il tutto, fornendo all’azienda, anche con l’eventuale supporto di una struttura a progetto, le competenze specifiche per la realizzazione e / o la messa a punto dei principali processi e sistemi aziendali.
Per dare un’idea del numero e del ruolo dei soggetti coinvolti nel processo di IPO, e quindi della necessità di una specifica expertise e disponibilità di tempo per la loro gestione e per il loro coordinamento, di seguito riportiamo più in dettaglio chi sono, oltre alle strutture aziendali, i principali player del processo di quotazione:
Financial Advisor: è il soggetto indipendente, esperto del mercato dei capitali, che affianca la PMI nel progetto di quotazione. E’ il Financial Advisor che valuta la fattibilità dell’IPO ed esprime la valutazione di base della società. E’ il soggetto chiave di tutto il processo, va gestito e supportato in maniera molto attenta, pena il fallimento dell’intero progetto;
NomAd: operatore finanziario autorizzato da Borsa Italiana. Ha il compito di valutare l’adeguatezza della società per l’ammissione al listino e garantire il rispetto dei requisiti formali e l’esecuzione degli adempimenti e delle procedure necessarie; certifica inoltre la valutazione della società, esegue la Due Diligence, verifica il Piano Industriale, elabora l’Information Memorandum e il Documento di Ammissione; infine gestisce il processo di quotazione e la relativa tempistica. Il NomAd può svolgere anche il ruolo di Global Coordinator e Specialist;
Global Coordinator: è l’intermediario che si occupa della fase di collocamento degli strumenti finanziari sul mercato azionario, del book-building e della definizione del prezzo di offerta. Insieme al Financial Advisor e alla società seleziona i potenziali investitori;
Fiscal Advisor: si occupa della parte fiscale della Due Diligence attraverso l’analisi della situazione contabile dell’azienda, accerta la conformità del Bilancio e la regolarità dei libri contabili;
Legal Advisor: svolge attività di due diligence legale. Si occupa dell’implementazione delle procedure interne e della Governance. Fornisce consulenza legale per l’operazione di quotazione;
Società di revisione: verifica la correttezza del Bilancio e delle scritture contabili, realizzando un’attività di auditing e di certificazione delle informazione finanziare storiche;
Investor Relator: ha il compito di promuovere l’azienda come opportunità di investimento nei confronti degli investitori e, una volta completato il progetto di quotazione, di garantire al mercato un’informazione corretta, completa e tempestiva.
Un piccolo esercito di soggetti che, per arrivare ad una IPO di successo, vanno coordinati e diretti, compito che per l’imprenditore e i manager aziendali potrebbe rivelarsi molto complesso e non compatibile con la gestione corrente del business.
Per questi motivi, la scelta di affiancare alla struttura aziendale un Advisor esperto di azienda e di IPO si rivela sempre vincente e porta a un accesso al mercato più efficace e veloce, contribuendo anche a dotare l’azienda di un’organizzazione più solida ed efficiente per affrontare il progetto di crescita, sottostante al progetto di quotazione.
Infine, un’ultima osservazione relativa al “fattore tempo”: la scelta del momento della quotazione è un elemento fondamentale nella pianificazione di una IPO. La possibilità di cogliere il momento più favorevole (la cosiddetta “window opportunity”) si traduce infatti in una migliore valorizzazione dell’azienda e in maggiori possibilità di successo. Per questo, una volta valutata la possibilità di una quotazione, prepararsi in anticipo rappresenta un vantaggio competitivo di grande importanza, sia nella scelta dei supporti professionali, che per essere pronti a cogliere tempestivamente le opportunità offerte dal mercato.
Da questo punto di vista, va osservato che, date le caratteristiche strutturali tipiche delle medie aziende italiane, il tempo di preparazione dell’IPO di una media PMI italiana può variare dai dodici ai diciotto mesi; la decisione di valutare per tempo l’attivazione di un’attività di IPO Advisory è quindi condizione essenziale per poter essere pronti nel momento in cui il mercato o le condizioni dell’azienda saranno tali da suggerire la realizzazione di un progetto di quotazione o di apertura a terzi del capitale.
Al contrario, partire in ritardo o solo dopo aver sperimentato la complessità del processo, metterebbe fortemente a rischio il suo risultato.
Anche qualora, nel corso del progetto la società decidesse di rinunciare alla quotazione, l’investimento fatto nella preparazione alla IPO e nel supporto professionale di un IPO Advisor non sarebbe inutile; si tradurrebbe infatti in una sostanziale “messa a punto” della macchina organizzativa aziendale volta a migliorarne l’efficienza e quindi, in ultima analisi, aumentando il valore per gli stakeholders.
Paolo Ciccarelli, fino al 2008 è stato CFO del Gruppo Borsa Italiana e Director of Finance del London
Stock Exchange. Dal 2008 al 2010 è stato CFO di Barclays Italy e dal 2011 svolge attività di
consulenza manageriale e di management in attività di Turnaround e di gestione
della discontinuità aziendale. Ha ricoperto la carica di CEO in alcune PMI italiane, attualmente è Presidente di PFE SpA ( Facilty management) e Consigliere indipendente di Almaviva SpA e di alcune controllate.
E’ Partner di Tim Management e responsabile della Practice di IPO & Capital Advisory.
TIM Management è in grado di supportare l’imprenditore e i suoi advisor nella preparazione dell’IPO con una consulenza di alto profilo, che ha maturato una profonda ed unica esperienza specifica in materia; con un processo analogo TIM aiuta l’azienda a preparare al meglio l’ingresso di nuovi partner finanziari.