Il nostro team

La missione di TIM è quella di supportare le Aziende nelle fasi di sviluppo e/o di ristrutturazione, affiancandole nella gestione del cambiamento

L’etica del lavoro sta cambiando: un comune denominatore tra generazioni diverse

Sono in atto cambiamenti epocali nell’approccio al lavoro che stanno ridefinendo radicalmente l’etica lavorativa, mentre le diverse generazioni – non basta più catalogare gli atteggiamenti nei confronti del lavoro basandosi su stereotipi generazionali – convergono su un comune denominatore.

 

I lavoratori più giovani rappresentano una parte sempre più significativa della forza lavoro, alcune stime indicano che entro il 2025 i membri della Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) potrebbero costituire oltre il 25% della forza lavoro globale.

Per comprendere appieno la dinamica del cambiamento generazionale che sta attraversando il mondo del lavoro, bisogna spingersi oltre le convenzionali etichette generazionali. Quello che emerge dalle ricerche, è la sorprendente convergenza di ciò che le persone, indipendentemente dall’età, cercano sul posto di lavoro e le ragioni che li spingono a cambiare o abbandonare il proprio lavoro.

Le peculiarità cominciano ad emergere quando si tratta di creare le condizioni per trattenere i dipendenti più validi. Per i datori di lavoro, la sfida più difficile è quella di adattare le proprie strategie di retention alle esigenze specifiche della Generazione Z, che spesso si rivelano diverse rispetto alle generazioni precedenti e spiazzanti per chi si occupa di HR.

In questo contesto in continua evoluzione, emergono lezioni cruciali: abbandonare gli stereotipi generazionali, concentrarsi sui fattori che restano rilevanti – indipendentemente dall’età – e abbracciare un approccio più articolato per comprendere come tali fattori possano influenzare le decisioni individuali di rimanere o cercare altrove opportunità di lavoro e carriera. 

 

Le similitudini tra diverse generazioni

Nonostante le ipotetiche differenze generazionali riguardo le aspirazioni dei lavoratori, molti stereotipi basati sull’età, specialmente quelli riguardanti i membri più giovani della forza lavoro, si potrebbero in realtà rivelare leggende senza reale fondamento. 

Secondo i dati raccolti dalla ricerca di McKinsey, sebbene ci siano differenze nei tassi di abbandono tra i vari gruppi di età, le preferenze dei dipendenti sono sorprendentemente simili, soprattutto quando si tratta di considerare l’opportunità di lasciare il lavoro. 

Questo è un dato importante poiché significa che, sia le esigenze, che le motivazioni dei manager in cerca di un cambiamento nel proprio ruolo, indipendentemente dall’età, possono essere affrontate con una strategia comune.

Tra coloro che intendono cambiare lavoro, le motivazioni principali sono sorprendentemente simili tra tutti i gruppi di età: 

  • Compensazione insufficiente;
  • Mancanza di opportunità di sviluppo e avanzamento professionale;
  • Leadership poco empatica

Ancora più interessante è constatare che le ragioni principali per aver lasciato il proprio incarico precedente sono le stesse sia per i manager più giovani che per quelli più anziani. Questi sono anche i motivi citati da diverse fasce d’età per spiegare perché potrebbero in futuro decidere di abbandonare il loro incarico attuale.

Questi risultati ci confermano che è fondamentale comprendere e soddisfare queste esigenze comuni per mantenere una forza lavoro motivata ed efficiente, indipendentemente dalla generazione di appartenenza.

 

Strategie di attrattività

Per attirare nuovi talenti in azienda, le strategie più efficaci coinvolgono sia i “fattori fondamentali”, come la retribuzione e lo status, che i “fattori motivanti”, come il livello di responsabilità e autonomia e le opportunità concrete di sviluppo della carriera; tenendo ben presente che un gruppo di fattori non sostituisce l’altro e che entrambi devono essere presenti in maniera equilibrata. 

Questo vale in maggior misura per la Generazione Z, che considera i “fattori motivanti”, insieme alla flessibilità sul luogo di lavoro, come i più importanti quando si tratta di accettare un nuovo impiego. Rispetto ai dipendenti delle generazioni precedenti, i più giovani classificano la retribuzione come un fattore leggermente meno importante. E’ vero che una retribuzione equa e adeguata è sempre stata un fattore critico, ma nel contesto attuale, è probabile che tutti i lavoratori si aspettino una buona retribuzione come parte fondamentale del valore dell’offerta di lavoro. 

Ogni gruppo di età colloca la retribuzione adeguata, o lamenta la sua inadeguatezza, come un elemento nelle loro decisioni di impiego. 

Ma d’altro canto, la sola retribuzione non convincerà un lavoratore né a restare né a cercare altrove. Tuttavia, il margine di errore nell’under paying delle persone (o nella loro percezione di essere sottopagate) è ora molto più ridotto, specialmente con i migliori talenti di un’azienda, che potrebbero essere molto più propensi a cercare un nuovo impiego se non si sentono retribuiti equamente, a prescindere dall’età.

Le notevoli analogie tra le generazioni sembrano ribaltare le convinzioni tradizionali sulle differenze nella forza lavoro per età o generazione. Le ragioni per cui le persone lasciano il lavoro, inoltre, evolvono nel tempo, quindi non sarà più sufficiente, per i datori di lavoro, presumere che le ragioni per cui le persone hanno già lasciato il lavoro siano le stesse che in passato.

 

Giovani e passaggio generazionale d’impresa

Il passaggio generazionale nel management d’impresa è un processo fondamentale per trattenere i lavoratori più giovani – oltre che per mantenere la continuità aziendale. Per dimostrare ai giovani manager che c’è un futuro all’interno dell’azienda però, è essenziale investire nella loro formazione e crescita. 

Questo presuppone l’adozione, da parte di chi gestisce le risorse umane, di un approccio differente rispetto alla tradizionale traiettoria di carriera, che prevedeva di lavorare duramente, ottenere buoni risultati e scalare la gerarchia aziendale; oggi è importante considerare percorsi di carriera meno verticali e modalità differenti di valutare le performance, per garantire opportunità concrete di crescita dei dipendenti, all’interno dell’organizzazione.

Offrire strutturalmente opportunità per sviluppare nuove competenze o fare nuove esperienze, come lavorare su progetti critici o spostarsi lateralmente in nuovi ruoli, è la chiave per accelerare il processo di adeguamento della gestione strategica delle risorse umane. Questi “micro” traguardi possono fornire ai lavoratori più giovani non solo un percorso di carriera più dinamico, ma anche un feedback più immediato sul loro processo di crescita e una maggiore consapevolezza di essere apprezzati dall’azienda.

Grazie alla sua vasta rete di professionisti altamente qualificati e esperti in diversi settori, TIM Management è in grado di fornire alle aziende il supporto di interim manager esperti nella gestione del cambiamento che possono contribuire a creare un ambiente di lavoro più stimolante e ad accrescere le competenze dei manager più potenziali, motivandoli a rimanere nell’organizzazione. 

Questo diventa particolarmente rilevante in caso di passaggio generazionale per le aziende familiari, dove il manager a interim lavora per stabilire una relazione costruttiva tra il giovane successore e l’imprenditore, colmando il gap di competenze ed esperienza, con l’obiettivo di potenziare la competitività aziendale e garantire una continuità di successo all’impresa.

10 cambiamenti che stanno trasformando le imprese

La volatilità economica e l’instabilità geopolitica stanno scuotendo le imprese di tutto il mondo, ma sono i cambiamenti organizzativi a fare davvero la differenza.

Le imprese e i CEO si trovano di fronte a una svolta epocale, sulla quale l’approccio e l’adattamento dei team leader potrebbero avere un grande impatto. Organizzare l’azienda in modo da rimanere al passo con i mutamenti e, allo stesso tempo, renderla più resiliente è quello che ci si aspetta dai leader per arrivare al successo. Alcuni esempi concreti: trovare il giusto equilibrio tra il lavoro in presenza e quello in remoto, affrontare le questioni legate al benessere dei dipendenti e sviluppare nuove capacità istituzionali in un’epoca di cambiamento tecnologico accelerato, sono alcune delle sfide che si presentano ai leader e alle organizzazioni.

Prendendo spunto dal rapporto “The State of Organizations 2023” di McKinsey possiamo esaminare i cambiamenti in corso e valutare le soluzioni innovative proposte. Partendo da questa ricerca, analizziamo quali sono i 10 cambiamenti che stanno trasformando le imprese.

1. Aumentare la velocità di reazione per rafforzare la resilienza

Le aziende che sono in grado di riprendersi rapidamente e in modo proattivo dalle crisi possono ottenere notevoli vantaggi competitivi sul mercato. Questo perché, in un mondo caratterizzato da rapidi cambiamenti e incertezza, l’impresa che riesce ad adattarsi agilmente e ad anticipare le sfide future si troverà in una posizione migliore per crescere e portare risultati.

L’aumento della velocità del cambiamento impone la capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci, di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di implementare soluzioni innovative. D’altra parte, il miglioramento della capacità di resilienza richiede organizzazioni flessibili e robuste, in grado di affrontare gli imprevisti con una struttura solida e una mentalità flessibile, orientata all’adattamento.

2. Trovare l’equilibrio tra lavoro in presenza e da remoto

Se c’è qualcosa che la pandemia ci ha lasciato è che circa il 90% delle aziende ha adottato modelli di lavoro ibridi, consentendo ai dipendenti di lavorare da luoghi esterni all’ufficio per una parte o gran parte del tempo. Questo approccio combina i vantaggi del lavoro in presenza con quelli del lavoro da remoto, creando un equilibrio che risponde, allo stesso tempo, alle esigenze dei dipendenti e dell’impresa stessa. Per raggiungere questo equilibrio, è fondamentale che le aziende si dotino di una struttura organizzativa flessibile e di piattaforme tecnologiche adeguate per ottimizzare le attività che possono essere svolte in modo più efficace in presenza e quelle che possono essere gestite in modo efficiente in remoto.

3. Aprire la strada all’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale non rappresenta solo un’opportunità per potenziare l’operatività aziendale, ma può anche essere utilizzata per costruire organizzazioni migliori. Le aziende più accorte utilizzano già strumenti di Intelligenza Artificiale per migliorare i processi e il lavoro dei team e apportare cambiamenti ai progetti più rapidi e basati sull’analisi dei dati. L’AI ha il potenziale di automatizzare compiti ripetitivi e ridondanti, consentendo ai dipendenti di concentrarsi su attività di maggior valore aggiunto, aumentando la produttività e l’efficienza.

4. Trovare nuovi modi di essere attrattivi

L’approccio, sia nei confronti del lavoro che sul lavoro, sta subendo dei mutamenti non irrilevanti. Le persone sono sempre più alla ricerca di un lavoro che soddisfi i loro bisogni personali e che rispecchi i loro valori e interessi; divengono via via più centrali i temi di flessibilità, equilibrio tra vita professionale e personale, opportunità di crescita e sviluppo, ambiente di lavoro inclusivo e cultura aziendale. Le aziende possono rispondere a queste esigenze adattando le proposte di valore per i dipendenti alle preferenze individuali, in modo da colmare il divario tra ciò che i lavoratori di oggi desiderano e ciò di cui le aziende hanno bisogno.

5. Colmare il divario nelle competenze

Le aziende spesso inseriscono elementi tecnologici o digitali nei loro processi senza possedere le competenze organizzative e personali adeguate per integrarli e utilizzarli al meglio. Per ottenere un vantaggio competitivo, le organizzazioni hanno necessità di costruire team che all’interno abbiano competenze digitali e tecnologiche, oltre che manageriali: un insieme integrato ed equilibrato di persone, talenti, processi e tecnologie che permetta ai team di operare in maniera più efficace e veloce, rispetto alla concorrenza.

6. Allocare le risorse umane con attenzione

E’ stato evidenziato che tra il 20 e il 30% dei ruoli critici per l’attuazione dei piani operativi e strategici non vengono affidati alle risorse più adeguate; questo significa che alcune aziende rischiano di mettere a rischio il proprio successo a causa di una gestione inefficiente dei talenti. Per evitare tale scenario, i team leader devono saper scegliere le risorse da assegnare ai ruoli più critici in maniera oculata e strategica, identificando i professionisti più competenti e assegnandogli i ruoli chiave per garantire una crescita sostenibile e un vantaggio competitivo nel mercato.

7. Ricercare uno stile di leadership consapevole e fonte di ispirazione

Le rigide strutture gerarchiche di qualche anno fa stanno sempre più velocemente cedendo il passo a nuovi approcci di leadership che permettono alle persone di lavorare in modo più efficace, superando i limiti tradizionali. L’abbandono delle gerarchie e l’adozione di organizzazioni basate su reti di team autonomi, caratterizzate da trasparenza, fiducia e collaborazione, offre alle aziende un modello innovativo, flessibile e potente.

In questo scenario, il ruolo dei dirigenti di alto livello si evolve in quello di catalizzatori. Non più semplici detentori di potere, ma leader responsabili, in grado di stimolare e guidare i team, promuovendo la connessione, il dialogo e la cooperazione, al di là delle tradizionali barriere organizzative.

8. Adottare diversità, equità e inclusione

Adottare politiche e pratiche che promuovano una maggiore diversità e inclusione per fare progressi tangibili, sia all’interno delle aziende che nella società. Quest’ottica comporta l’adozione di programmi di reclutamento più inclusivi, l’implementazione di politiche di promozione basate sul merito e sulla misurazione oggettiva delle performance e la creazione di un ambiente di lavoro in grado di accogliere e valorizzare le differenze tra individui.

9. Investire sul benessere psicologico

Molte aziende in tutto il mondo stanno iniziando ad offrire programmi di welfare ai propri dipendenti, nonostante questo, le valutazioni complessive riguardo l’attenzione alla salute e al benessere dei dipendenti restano deludenti. È necessario che le aziende concentrino i propri sforzi nell’affrontare sistematicamente le cause dei problemi di salute fisica e mentale che emergono nell’organizzazione e dedicare la massima attenzione al benessere del personale; soluzioni occasionali o incrementali non sono quasi mai sufficienti ad ottenere risultati significativi che si possano riflettere su un miglioramente complessivo e avvertibile del benessere all’interno dell’azienda.

10. Potenziare l’efficienza per andare oltre la gestione della crisi

In un mondo aziendale in continua evoluzione e sempre più competitivo, massimizzare l’efficienza è diventato un obiettivo fondamentale. Non si tratta solo di “fare di più con meno”, ma di lavorare in modo intelligente, ottimizzando i processi, eliminando sprechi e focalizzando gli sforzi sulle attività che generano il maggior valore.

I leader devono saper sfidare lo status quo e adottare una mentalità orientata all’efficienza. Ciò significa identificare i punti critici in cui è possibile ottenere il massimo impatto con le risorse disponibili e concentrarsi su di essi. Potrebbe significare rivedere le strategie di allocazione delle risorse, investire in tecnologie innovative per automatizzare i compiti ripetitivi o promuovere la collaborazione e la condivisione delle conoscenze tra i dipendenti.

In momenti come questi, un Interim Manager può agire come un vero e proprio mentore all’interno dell’azienda e fornire una guida verso i 10 cambiamenti più significativi per le imprese in questo momento di cambiamento.

TIM Management è pronta a offrire alle PMI il supporto di Interim Manager esperti che, grazie alla loro provata esperienza e competenze verticali nei settori di riferimento, possono facilitare l’implementazione di strategie vincenti e garantire il successo dell’impresa nel medio-lungo periodo.

Contattaci per scoprire come trasformare la tua impresa.

CHANGE MANAGER: Cosa fa e perché per alcune aziende è un ruolo molto importante

In quest’era di continua espansione, sia territoriale che multimediale, il vero dilemma per un’azienda e soprattutto per una PMI, risiede nel saper dove investire le proprie risorse limitate in modo efficace per garantirsi uno spazio nel futuro mercato che diventa sempre più complesso e competitivo. 

E’ fondamentale per le PMI ma non dimentichiamo che anche molte grandi realtà, come ad esempio Nokia, Kodak, Blockbuster, Blackberry e Polaroid, non hanno saputo innovare il loro business model tempestivamente e in modo efficace e sono finite disastrosamente fuori mercato. 

Onde evitare che questo accada, in momenti di alta criticità è importante che intervenga una figura come il change manager, esperto nella gestione del cambiamento, che interviene in favore dell’azienda per gestire al meglio qualsiasi criticità e traghettarla verso un futuro di successo e crescita.

In quest’epoca tecnologica la più grande sfida per le aziende rimane quella di innovare in maniera organica e integrata. L’azienda può anche introdurre tecnologie e nuovi processi, ma se non vengono integrati agilmente nel sistema, rimangono azioni estemporanee e spesso inutili.

All’interno delle aziende, Il più grande blocco strutturale all’innovazione e al cambiamento è rappresentato dalla cultura e dal comportamento aziendale. La reticenza delle persone al cambiamento è la causa maggiore per la mancanza di innovazione all’interno di un’organizzazione. 

Un’azienda può anche introdurre degli strumenti digitali al suo interno come ad esempio: introdurre test di digitalizzazione per i propri dipendenti, inserire nell’organizzazione la figura di innovation manager, usare piattaforme digitali, ma senza una strategia efficace rivolta al cambiamento e perseguita con determinazione, lo sforzo rimane vano. 

Il ruolo del Change Manager consiste proprio in questo: costruire una cultura e un percorso orientati al cambiamento per raggiungere l’obiettivo desiderato. 

 

I 4 principi fondamentali ai quali fare riferimento secondo il modello 4P sono:

  • People: cambiare la mentalità e la cultura delle persone, l’aspetto più difficile.
  • Process: rivedere tutti i processi in ottica digitale e moderna.
  • Platform: introdurre in azienda tutti gli strumenti ed i tool digitali necessari per migliorare la produttività.
  • Place: ripensare tutti i luoghi di lavoro in un’ottica di activity based workspace e smart working.

People

L’aspetto sicuramente cruciale e più difficile da cambiare. Un progetto di change management deve partire dalle persone e dalla loro mentalità. La psicologia sociale, applicabile ai dipendenti, raffigura come estremi due tipologie di mentalità: Il fixed mindset ed il growth mindset. 

Nel primo caso si ha davanti una mentalità poco propensa alle novità e conservativa mentre nel secondo caso si ha una volontà e una propensione spontanea ad imparare ed evolvere, anche oltre le reali necessità aziendali. 

Il ruolo del Change Manager è quello fondamentale di operare come driver per livellare questi due opposti e spingere l’intera azienda verso il cambiamento uniformemente e in maniera organica. 

Operativamente si tratta di concordare e implementare obiettivi e tempi e allocare budget, condividendo il percorso di sviluppo con l’intera organizzazione al fine di abbattere qualsiasi tipo di obiezione e resistenza, dimostrando i benefici non solo aziendali, ma anche personali che si possono ottenere nel proprio lavoro, grazie al cambiamento e alla modernizzazione di processi e strumenti.

 

Process

Senza l’introduzione di nuovi  processi, anche la tecnologia più efficace è destinata a fallire. Molte aziende investono in piattaforme e soluzioni IT,  senza efficacemente delineare i loro processi e quindi la loro ottimizzazione; uno degli esempi più frequenti è l’introduzione in azienda di un ERP di nuova generazione senza la guida di un manager esperto che sappia come coinvolgere nel processo tutte le funzioni e quali sono le aree critiche da monitorare con attenzione.

Un piano di change management invece include una valutazione accurata delle procedure e di conseguenza la scelta e l’implementazione di soluzioni efficaci.  

 

Platform

Stiamo assistendo negli ultimi anni all’introduzione sempre più diffusa e capillare di nuove piattaforme tecnologiche, più o meno integrate, che aiutano a svolgere più efficacemente il lavoro in azienda. Non adottare tempestivamente soluzioni tecnologiche avanzate significherebbe compromettere pesantemente l’efficienza aziendale, diminuendo inevitabilmente la capacità di competere sui mercati.

Senza dimenticare che la comunicazione e la vendita avvengono sempre di più tramite canali digitali e non prioritizzare in questa direzione andrebbe a scapito dell’azienda e delle sue performance.

L’azione di un Change Manager interviene anche in questo ambito, facilitando l’introduzione di piattaforme tecnologiche in linea con il processo di cambiamento ed evoluzione e rendendo più accessibili dati e comunicazioni all’interno dell’organizzazione.

 

Place

L’uso di piattaforme digitali consente anche di rivalutare l’intero paradigma sociale e organizzativo dell’impresa e della gestione delle risorse umane. 

Molte aziende hanno constatato i benefici dello Smart Working tra cui:

  • Performance in linea o anche migliorate
  • Maggiore efficienza e risparmio
  • Soddisfazione del lavoratore

Questo cambiamento, che molte realtà aziendali in tutti i settori hanno giocoforza sperimentato negli ultimi anni, può essere la spinta al cambiamento anche su altri fronti grazie anche al supporto di un Change Manager.

Il Change Manager, possiamo concludere, è una figura fondamentale per molte aziende, non necessariamente in un periodo di crisi, che hanno bisogno di una visione e di una  consulenza esterna per affrontare il cambiamento in atto al meglio, volgendo a proprio vantaggio la nuova situazione competitiva.

 

Molti dipendenti mostrano resistenza al cambiamento un po’ per natura e un po’ perché temono in alcuni casi che il loro ruolo sarà sostituito o sminuito dalla tecnologia. Rendendo i dipendenti partecipi al cambiamento e spiegando tutti i passaggi e i benefici che si possono ottenere, si attutisce in anticipo l’attrito culturale che potrebbe manifestarsi. 

 

Le persone temono l’ignoto e l’incertezza ed avere una strategia chiara e una leadership in grado di portarla a termine, riduce drasticamente queste paure. Inserire un Change Manager, anche temporaneamente, per implementare una strategia non solo conferisce stabilità e sicurezza ai dipendenti, ma garantisce il successo delle nuove linee strategiche e dell’implementazione delle tecnologie adeguate.

 

In questo modo si abbreviano i termini e si facilita la transizione, aumentando complessivamente la fiducia nel top management e negli stakeholders.

 

Per un imprenditore, alle prese con la gestione quotidiana della propria azienda, diventa spesso difficile concentrarsi su tutti gli aspetti che renderebbero ancora più sana e fertile la propria azienda, anche per la mancanza di alcune competenze nell’organizzazione. 

Per questo reclutare un Interim Manager specializzato nel cambiamento, un Change Manager esperto e specializzato nel settore di appartenenza dell’azienda, potrebbe essere la garanzia per il successo aziendale e per tracciare una direzione profonda e duratura per l’azienda, elevando anche le competenze del management interno e aumentando la capacità di innovare e competere nel medio periodo. 

TIM Management può aiutare proprio in questo, fornendo un Change Manager in tempi brevi che possa assistere l’organizzazione in un passaggio transizionale, qualunque esso sia, così delicato al suo interno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leadership post-Covid: le sfide per i leader del prossimo futuro

La pandemia di COVID-19 ha colpito duramente ogni settore e ogni aspetto della vita lavorativa, modificando profondamente anche il panorama imprenditoriale. 

Ai top manager è stato richiesto non solo di operare durante un periodo di forte incertezza e di prendere decisioni difficili in tempi ristretti, ma di riuscire anche a mantenere viva la fiducia e la credibilità della propria leadership, messa a dura prova durante la pandemia. 

Oggi i cambiamenti imposti drasticamente dalla crisi sanitaria si stanno consolidando in un nuovo modo di vivere e organizzare il lavoro in azienda (come abbiamo riportato in questo articolo), fatto di smartworking, alternanza in ufficio, nuovi strumenti digitali a supporto della gestione e dell’organizzazione del workflow.

Ma il cosiddetto “new normal” presenta ancora numerose sfide per i leader aziendali, ai quali sono richieste, oggi più che mai, specifiche competenze per affrontare con successo il cambiamento

Quali? Abbiamo individuato 3 aspetti fondamentali che i leader del prossimo domani dovranno tenere in considerazione per guidare con successo la propria organizzazione. 

  1. Responsabilità crescenti e approccio agileLa teoria della metodologia agile trova nell’incertezza e nell’imprevedibilità del tessuto economico e sociale odierno la sua massima funzionalità.
    Secondo uno studio condotto recentemente da Edelman sul livello di fiducia globale verso governi e istituzioni, aziende multinazionali e media, il 66% delle persone ritiene che i CEO e i grandi leader aziendali debbano assumere la guida del cambiamento senza aspettare il via libera dei governi.Queste grandi aspettative delle persone si traducono in una maggiore esposizione delle decisioni. I leader dovranno dunque essere in grado di affrontare le attuali sfide di interesse globale, mantenendo un approccio agile e flessibile di fronte al cambiamento.
  2. Le persone al centroEssere un leader oggi significa creare le giuste condizioni nella quali tutto il personale aziendale abbia la possibilità di crescere professionalmente e lavorare al massimo dell’efficienza.
    I leader di oggi e di domani devono essere trasparenti e realistici con i propri dipendenti, dimostrando sicurezza delle proprie scelte ma anche empatia verso le esigenze del singolo.
    Più aperte e sincere saranno le comunicazioni, più i dipendenti saranno coinvolti nel perseguimento degli obiettivi e nelle attività dell’azienda.Una vera leadership responsabilizza le persone, facendole sentire apprezzate per il proprio operato e fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno per superare qualsiasi difficoltà.
    Con il consolidamento del lavoro ibrido, i leader dovranno trovare le migliori soluzioni per bilanciare il lavoro in ufficio con quello da remoto.
    Sarà fondamentale infatti lasciare ai dipendenti autonomia nelle decisioni e nella gestione del workflow, ma allo stesso tempo garantire coinvolgimento e allineamento con il resto del team e dell’azienda.
  3. Team ibridi, inclusivi e connessi
    Il mondo post pandemia sarà sempre più caratterizzato da team concretamente divisi tra spazi virtuali e spazi fisici, in luoghi diversi e persino in diverse organizzazioni.
    Tutto questo renderà più difficile la creazione di team solidi e connessi, aumentando potenzialmente i sentimenti di disconnessione e riducendo la soddisfazione sul lavoro.
    In risposta a queste criticità, i leader dovranno assicurarsi di garantire tutti gli strumenti e le occasioni affinché le persone riescano a superare i vincoli dettati dalla distanza e a creare reali momenti di relazione e condivisione.
    Sono numerose oggi le piattaforme digitali che permettono di lavorare a distanza senza perdere il contatto con le persone e con ciò che si sta facendo e numerose possono essere le iniziative per emulare la vita in ufficio, dalla pausa caffè condivisa, alle presentazioni via mail o videochiamata di un nuovo arrivato al resto del team.

 

Oggi è il momento di passare definitivamente da una gestione basata su dogmi del passato, autoritaria e distaccata, ad una leadership empatica e con uno sguardo rivolto alle sfide sociali ed ambientali, alla digitalizzazione, al futuro.

La diversità, l’inclusione, la salute mentale e il benessere dovranno continuare ad essere i punti centrali su cui i soffermarsi, creando canali di ascolto con i propri collaboratori e dipendenti, comprendendo le nuove esigenze delle persone e trasformando le esperienze della pandemia in nuove soluzioni per affrontare il cambiamento.

 

TIM Management è in grado di supportare le aziende nelle fasi di sviluppo e nella gestione del cambiamento con partner di alto profilo che hanno maturato una profonda esperienza sul campo. 

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