Le principali sfide per il 2022 in termini di digitalizzazione dei processi

Le principali sfide per il 2022 in termini di digitalizzazione dei processi

di Tim Management

La pandemia ha definito e velocizzato per necessità l’introduzione del digitale nel lavoro. Il digitale si è integrato non solo al sistema produttivo, ma soprattutto ai flussi lavorativi e alla gestione documentale all’interno delle aziende, nello stesso tempo è diventato protagonista nel contatto con il cliente e nei processi di vendita. 

Sempre con maggiore frequenza è possibile incontrare termini come smart-working, cloud, e-commerce ed e-learning che non sono più una novità tra i lavoratori. Possiamo attribuire una buona parte delle ragioni di questo cambiamento alla pandemia globale Covid-19: ha accelerato questo processo, rendendo necessaria l’implementazione di questi strumenti, ma anche sottolineando l’importanza di un cambio dell’attitudine del management italiano. 

 

Digital Transformation: quanto effettivamente ha influito sul panorama aziendale italiano? 

Per rispondere a questa domanda è bene definire da cosa scaturisce la necessità di affrontare un processo di trasformazione: nel 2013 i sociologi Bradley e McDonald introducono il termine Social Organization che mai come ora può essere attualizzato ed utilizzato per definire la gestione organizzativa della community collaborativa (mass collaboration) che consente di generare innovazione e potenziare il business, valorizzando specificatamente le competenze del capitale umano, oltre a permettere di coinvolgere tutti gli stakeholder. Non è però sufficiente per le imprese approcciare il cambiamento solo in linea teorica, è sempre più necessario che anche il modello di governance cambi radicalmente.

Infatti, i dati del Rapporto realizzato dal Censis in collaborazione con il Centro Studi TIM sulla trasformazione digitale dell’Italia, evidenziano come le aziende italiane mostrino un chiaro ritardo sulle tematiche di innovazione digitale, in particolare rispetto ai competitors europei presi in analisi; ma i dati presentati mostrano anche una maggiore consapevolezza del fatto che l’Italia sta diventando sempre più competitiva sul mercato digitale. 

Per l’EC Country Report Italy, il nostro paese è al 25esimo posto a causa dei ridotti investimenti in digitalizzazione e innovazione, soprattutto da parte delle PMI.

Nonostante ciò, possiamo riscontrare che sia in Francia che in Germania, le due più importanti economie europee, meno del 60% delle imprese hanno dichiarato che l’introduzione dei social media all’interno della propria corporate è importante per il proprio business, e solo il 40% utilizza e-commerce per la vendita dei propri prodotti online, contro il 58% delle aziende made in Italy.

Tra i paesi presi in analisi, l’Italia e la Spagna, hanno la percentuale più alta di Digital Starters (22%), PMI sul mercato da non più di quattro anni, naturalmente predisposte a considerare  gli strumenti digitali fondamentali per la loro crescita. 

 

I cambiamenti nel mondo HR: come rispondono i responsabili delle risorse umane 

In alcune funzioni, più che in altre, la situazione difficile degli ultimi anni ha rappresentato un’occasione di aggiornamento per le aziende, soprattutto, come ci dicevamo, nella digitalizzazione dei processi. Tra le funzioni che hanno meglio profittato dei benefici della digitalizzazione sono in primo piano le Human Resources, e questo nonostante o forse proprio grazie al forte impatto che ha subito il mondo del lavoro dalla crisi pandemica. Ad esempio, secondo queste statistiche stilate dal Sole24Ore le risorse umane hanno scelto di  utilizzare i social network per diverse finalità, tra cui: 

  • 25% team building;
  • 26% onboarding;
  • 34% training;
  • 41% comunicazione aziendale;
  • 69% recruiting

In questo periodo di forte discontinuità diventa fondamentale il ruolo degli HR manager che devono saper guidare e supportare  uno stile di leadership orientato al cambiamento, che sappia incentivare la trasformazione dei ruoli e individuare figure propense al cambiamento e al miglioramento dei processi e dell’organizzazione. 

 

I tools a supporto delle strategie di recruiting  

Strumenti come Linkedin, o Breezy (per l’automatizzazione del processo di selezione), già utilizzati dai recruiter da diverso tempo, ma anche i più recenti software per la gestione dei video-curricula come Talentcube stanno portato notevoli vantaggi per la funzione HR: possono accelerare la gestione del processo di pre-screening, semplificare il recruiting e anche contribuire a rafforzare l’employer branding. Sono solo alcuni esempi dell’impatto della digital transformation sul ruolo dei professionisti della gestione delle risorse umane. 

 

In conclusione, le Risorse Umane nel nostro paese sono all’avanguardia e stanno entrando sempre di più nell’ottica di sfruttare i benefici della digitalizzazione, tramite l’utilizzo di strumenti altamente tecnologici e performanti; è un processo di trasformazione necessario per evolvere il proprio ruolo e potenziare l’organizzazione aziendale.. E’ un percorso virtuoso ma che può presentarsi difficile per i leader che non trovano all’interno dell’organizzazione le competenze necessarie al percorso di digital transformation; in questo caso può essere risolutivo rivolgersi a consulenti esperti che sappiano introdurre nell’organizzazione risorse già formate e in grado di portare rapidamente competenza ed esperienza.  L’ affidarsi a un Interim Manager esperto può essere la scelta più opportuna per r tradurre l’innovazione in risultati concreti per le aziende, per velocizzare i tempi e ottimizzare i processi, agendo a supporto delle risorse umane con l’obiettivo comune di potenziare e valorizzare il capitale umano e migliorare l’immagine aziendale.

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