Come trovare la sintesi tra decisioni di breve e di lungo termine

Le aziende tendono a muoversi lentamente quando si tratta di elaborare i piani e quando c'è da decidere l'allocazione delle risorse. Ma se esistono delle decisioni da ponderare, che necessitano di un tempo adeguato per evitare errori, è pur vero che l'attuale mutevolezza dello scenario obbliga una maggiore - e migliore - propensione verso le decisioni a breve termine.

Come trovare la sintesi tra decisioni di breve e di lungo termine

Le aziende tendono a muoversi lentamente quando si tratta di elaborare i piani e quando c’è da decidere l’allocazione delle risorse. Ma se esistono delle decisioni da ponderare, che necessitano di un tempo adeguato per evitare errori, è pur vero che l’attuale mutevolezza dello scenario obbliga una maggiore – e migliore – propensione verso le decisioni a breve termine. 

 

Da tempo tutti i dati dicono che le aziende che sono attive nella riallocazione delle risorse ottengono risultati migliori rispetto a quelle che non lo fanno. Eppure, fare mosse audaci è molto più difficile di quanto sembri. L’inerzia inevitabilmente prende piede nella maggior parte delle organizzazioni. I leader tendono ad allocare le risorse sempre allo stesso modo, e non sempre a sostegno della crescita; allo stesso tempo, i team si perdono nei dettagli invece di evidenziare le fonti più importanti per la creazione di valore; e persino i dirigenti più brillanti cadono preda di comuni pregiudizi decisionali. L’ultimo sondaggio di McKinsey conferma fortemente queste osservazioni sull’allocazione delle risorse e identifica alcune pratiche che possono aiutare i leader ad affrontarle: troppe aziende non  perseguono efficacemente e ci determinazione le loro strategie, ostacolando così le possibilità di superare i concorrenti nel lungo periodo.

Nel nuovo sondaggio globale sull’allocazione delle risorse, McKinsey, registra che solo circa la metà dei 617 dirigenti e manager intervistati afferma che le loro aziende allineano efficacemente i loro budget con le strategie aziendali. Inoltre, solo il 53 percento afferma che le aziende finanziano adeguatamente le priorità che hanno identificato. Gli intervistati riportano che le loro organizzazioni non stanno prendendo abbastanza rischi con gli investimenti, suggerendo allo stesso tempo che il management potrebbe non pianificare con un focus sufficiente sul lungo termine. Al contrario, chi riferisce che la propria organizzazione è efficace nell’allineare il budget alle strategie aziendali – prendendo dei rischi accettabili – conferma che l’azienda supera i concorrenti sia per la crescita dei ricavi che nel ritorno sul capitale. 

In particolare, i risultati del sondaggio suggeriscono che ci sono 4 aree in cui posizionare l’azienda per intraprendere un percorso di performance positive a lungo termine, ovvero: Governance, Processi, Analisi, Decisioni. 

 

Governance: L’importanza di una leadership influente e coinvolta

Una governance efficace può determinare il successo o il fallimento della capacità dell’azienda di raggiungere i propri obiettivi strategici. Ne abbiamo parlato approfonditamente qui.  

L’impatto è più significativo quando il CEO è supportato da un forte team di pianificazione e analisi finanziaria e/o di strategia aziendale.

Gli intervistati convinti che la guida del team responsabile dello sviluppo del piano finanziario triennale o settennale dell’azienda può influenzare significativamente la performance dei C-level e di tutta l’organizzazione, sono anche quelli più propensi a sostenere che le loro organizzazioni superano i concorrenti. Anche il livello di coinvolgimento della leadership all’interno di un’organizzazione è importante. Gli intervistati che affermano che i leader spesso o quasi sempre danno una chiara direzione strategica alle unità aziendali e alle linee di prodotto sono quelli più propensi a riportare una sovraperformance finanziaria.

 

 

Processi: Più sono agili, meglio è

Le aziende spesso si muovono lentamente per creare piani e riallocare risorse, con tempi prolungati per la pianificazione finanziaria che possono ridurre il valore e l’impatto delle attività. Quasi la metà degli intervistati afferma che solitamente le loro organizzazioni impiegano almeno quattro mesi per sviluppare e approvare i piani finanziari strategici triennali o settennali, e un terzo afferma che ci vogliono almeno quattro mesi per finalizzare i budget annuali. Allo stesso tempo, i risultati del sondaggio suggeriscono che più breve è il processo, meglio è: infatti chi afferma che la propria organizzazione sviluppa e approva i piani finanziari strategici triennali o settennali in tre mesi, o meno, è anche più propenso a sostenere che la propria azienda supera i competitor  in termini di crescita dei ricavi e ritorno sul capitale; e ovviamente lo stesso vale per chi, nel sondaggio, ha affermato la propria azienda crea e approva il budget annuale in due mesi, o anche meno. 

Un’ulteriore conferma che la riallocazione agile delle risorse si collega frequentemente a delle sovraperformance finanziarie ce la danno le risposte al sondaggio, secondo cui, quando le aziende sono propense a riallocare le risorse tra le unità aziendali anche durante l’anno, spesso si assiste a una crescita dei ricavi e del ritorno sul capitale. 

 

Analisi: Un’analisi finanziaria rigorosa dei progetti è inevitabile

Le organizzazioni che utilizzano analisi rigorose e standardizzate per valutare le prestazioni delle iniziative e il loro potenziale di creazione di valore hanno la garanzia di adottare una valutazione coerente per le diverse parti dell’azienda, il che può aiutarle a dare la corretta priorità alle iniziative strategiche. Chi ha risposto che la maggior parte o tutti i progetti della propria azienda vengono valutati utilizzando metriche finanziarie (come il valore attuale netto o il tasso interno di rendimento) è più propenso a riportare che ci sono state migliori performance rispetto ai competitor in termini di crescita dei ricavi e ritorno sul capitale; i risultati del sondaggio, però, suggeriscono anche che il riconoscimento dell’incertezza nelle previsioni è importante; chi sostiene che le previsioni finanziarie della propria organizzazione, includono una gamma di risultati ampia e un’analisi puntuale dei rischi per i progetti è più propenso a sottolineare che le loro aziende sono maggiormente performanti.

I risultati suggeriscono anche che classificare i programmi strategici in base ai risultati finanziari può aiutare a guidare efficacemente le decisioni di allocazione delle risorse, ma solo se le aziende lo fanno in modo coerente

 

Decision making: Superare i pregiudizi per perseguire investimenti audaci

La natura umana è straordinaria. Rende possibile l’innovazione, insieme a una moltitudine di progressi inestimabili (non da ultimo nel settore sanitario, agricolo e del tenore di vita) di cui beneficiano miliardi di persone. Tuttavia, la natura umana è incline ai pregiudizi, che possono ostacolare l’innovazione stessa, specialmente nel contesto aziendale e organizzativo. Uno di questi pregiudizi è lo sforzo di raggiungere sempre il consenso totale tra i direttori, tendenza che può soffocare il dibattito e ostacolare le decisioni di pianificazione strategica. Se non affrontati, il pensiero di gruppo e l’avversione alle perdite – la tendenza a percepire le perdite più intensamente rispetto ai guadagni – possono facilmente impedire alle aziende di fare investimenti audaci, ovvero di impegnarsi in iniziative che hanno il potenziale di creare più valore rispetto agli investimenti a basso rischio. Superare questi pregiudizi spesso deve partire dall’alto. 

I risultati del sondaggio McKinsey supportano molte ricerche precedenti che suggeriscono l’importanza di un dibattito rigoroso all’interno del board come indicatore di successo nel prendere decisioni importanti: maggiore è il confronto, maggiori sono le probabilità di un ottenere risultato più soddisfacente. Gli intervistati concordano nell’affermare che le decisioni critiche di allocazione delle risorse delle loro organizzazioni sono spesso o quasi sempre precedute dal board che si impegna in un dibattito attivo. I dipendenti a qualsiasi livello di un’organizzazione a volte esitano a parlare nelle riunioni, specialmente se non sono d’accordo con un leader senior. Ma esiste un corpus di ricerche che suggerisce che il processo decisionale è più efficace quando vengono ascoltate più voci. I risultati suggeriscono anche che superare l’avversione alle perdite, un pregiudizio decisionale comune, giova alle aziende. Per superare l’avversione alle perdite, alcune aziende premiano i fallimenti nobili, cioè iniziative coraggiose, responsabili e ben eseguite che magari non raggiungono pienamente i loro obiettivi ma possono fornire lezioni preziose. 

 

 

Lezioni per oggi e per il futuro

I risultati suggeriscono che le organizzazioni che adottano un approccio di lungo termine riescono, allo stesso tempo, a trasformare la strategia in valore in tempi più brevi. Le organizzazioni che danno priorità alla creazione di valore a lungo termine rispetto ai profitti a breve termine sono molto più propense a tradurre efficacemente gli obiettivi strategici in un piano e in un budget efficaci e a produrre risultati migliori della concorrenza. Le aziende non possono restare ferme, le storie di crescita più spettacolari sono quelle rese possibili da un impegno incrollabile dei leader e da allocazioni delle risorse audaci, orientate su orizzonti temporali di lungo periodo. Man mano che la tecnologia avanza rapidamente e il futuro sembra ancora più imprevedibile, i leader di oggi stanno riaffermando ciò che è stato sempre fondamentale: serve competenza, comprensione del mondo, visione del futuro. E soprattutto coraggio. 

 

TIM Management offre da più di 35 anni supporto manageriale alle aziende, con competenza e coraggio. Fornendo soluzioni per favorire la crescita attraverso una pianificazione strategica solida e agile allo stesso tempo. Rappresenta il partner ideale per identificare figure centrali per il management aziendale. La sua rete di professionisti esperti, dotati di una visione a lungo termine e di competenze multi-settoriali, rappresenta la scelta perfetta per sostenere l’azienda. Contattaci per costruire insieme un futuro aziendale vincente e duraturo.

Era davvero la scelta migliore? La differenza tra reclutare un manager con il supporto di una società specializzata in Interim Management e farlo da soli.

Immagina il seguente scenario: uno dei membri del board della tua azienda deve andare in maternità e sarà assente dal lavoro per sei mesi. Assumere un sostituto per il ruolo sarebbe troppo dispendioso in termini di risorse, considerando il periodo relativamente breve dell’assenza della manager.

 

Tuttavia, è necessario assicurarsi che il ruolo sia gestito con competenza e che l’attività della funzione proceda regolarmente fino al ritorno della collega. Ci si trova quindi di fronte a una scelta per cui le opzioni più comuni sono le seguenti:

  • Un altro membro del Board assume i compiti della collega in maternità, oltre ai propri.
  • Un membro del team funzionale della collega in maternità può avanzare e agire come supplente nel ruolo.
  • Un manager esterno che tu o qualcun’altro nell’organizzazione conoscete bene e che possiede le competenze necessarie è disponibile e lo porti a bordo come consulente interim.

Sembra familiare questo scenario? Non ci stupiamo, molti dei clienti con cui parliamo si sono trovati nella stessa situazione e hanno scelto una o più delle tre opzioni. 

A volte il risultato di questa scelta è ottimo, ma spesso l’insegnamento è che:

  • I compiti aggiuntivi presi in carico dal collega erano eseguiti solo in parte. Questo ha influenzato negativamente anche le prestazioni del manager nel proprio ruolo.
  • Le competenze o l’esperienza della risorsa che è stata promossa a supplente potrebbero non essere sufficienti. Nel lungo periodo, questo potrebbe portare il manager a scegliere di lasciare l’azienda quando la collega in maternità sarà di ritorno, non essendo più soddisfatto del proprio ruolo originale e percependo un declassamento.
  • La missione è stata portata a termine, ma non con il miglior risultato possibile. La persona selezionata attraverso il networking non era necessariamente la più adatta per svolgere il compito.

 

Ma qual è Il grado di soddisfazione delle aziende dopo aver utilizzato una società specializzata in Interim Management?

È stato recentemente pubblicato uno studio che rileva come le organizzazioni che hanno utilizzato una società di Interim Management siano mediamente più soddisfatte rispetto a quelle che hanno utilizzato altre alternative per ricercare e nominare un Interim Manager. Lo studio ha intervistato 249 aziende riguardo le loro esperienze nella nomina dell’Interim Manager e al grado di soddisfazione nelle performance riscontrate.

 ( Interim Leadership Success Study, Helmut-Schmidt-Universität , 2015) )

Ciò che salta all’occhio nei risultati dello studio è il metodo con cui le aziende, soddisfatte o insoddisfatte, hanno nominato i loro Interim Manager. 

Le aziende soddisfatte hanno utilizzato una società specializzata nella ricerca di Interim Manager nel 78% dei casi. Al contrario, il 75% di coloro che sono insoddisfatti del risultato hanno gestito il reclutamento in proprio, utilizzando il networking.

Una delle conclusioni del rapporto è che una società interim professionale aggiunge valore alla nomina dell’Interim Manager con il suo processo strutturato, il suo grande database di Interim Manager e soprattutto l’esperienza nell’identificare, valutare e abbinare i candidati più pertinenti per l’incarico. Questo valore aggiunto è difficile da eguagliare per l’organizzazione interna di un’azienda, anche perché la nomina di Interim Manager è relativamente rara.

TIM Management è la più antica società di Interim Management in Italia. La flessibilità e la competenza verticale dei suoi manager a interim consentono di massimizzare le potenzialità aziendali e affrontare con successo tutte le situazioni di trasformazione, cambiamento e difficoltà che richiedono l’apporto di un manager esperto che ha già affrontato con successo situazioni analoghe. TIM Management è in grado di fornire soluzioni manageriali studiate in base alle esigenze specifiche di ogni cliente.

Tratto da un articolo di Björn Ulfberg

MANAGING DIRECTOR INTERIM EFFECT · PARTNER